On constant movement of frontiers between Science and Theology. Part 2: Metaphysics In the first part (Karwasz, Scientia et Fides, 3(1) 2015) entitled “Physics” we showed how discoveries of modern sciences do not contradict Bible: neither in the subject of the beginning of the word nor in the subjects of the homogeneity of Homo Sapiens and the common origin of Euroasiatic languages. In this part we show that numerous “explanations” of natural phenomena like Pauli’s exclusion principle governing the chemistry, like space-time of Einstein, like apparent paradoxes of quantum mechanics, in reality move the border of our knowledge towards metaphysics: writings of philosophers from Aristotle, S. Augustine, S. Thomas to Kant are not in contrast with ontological conclusions of modern physics. In this way, the explanations based on philosophical principles find their place in natural sciences.
Nella parte precedente (Karwasz, Scientia et Fides, 3(1) 2015) intitolata “Fisica” abbiamo mostrato che le scoperte moderne delle scienze non contraddicono la Scrittura: né sull’Inizio del mondo, né sull’omogeneità di Homo sapiens, né sul ceppo comune di lingue sul continente Eurasiatico. In questa parte mostriamo che numerose “spiegazioni” dei fenomeni naturali, come la chimica governata da elettroni via il “divieto” di Pauli, come lo spazio-tempo di Einstein, come gli apparenti paradossi della meccanica quantistica, in realtà spostano la frontiera della conoscenza verso la metafisica: i testi dei filosofi da Aristotele, S. Agostino, S. Tommaso fino a Kant non sono in contrasto con le conclusioni ontologiche della fisica moderna. Così, le spiegazioni basate su principi filosofici trovano di nuovo il loro posto nelle scienze naturali.