Nella vita di Pietro Crisologo le date certe sono assai poche, ma la sua identita di vescovo e di esegeta viene fuori chiaramente dalle omelie che sono pervenute fi no a noi. Esse hanno prevalentemente fi nalita pastorale che non esclude minimamente la loro diligente elaborazione formale. Il libro di Giona, di cui il Crisologo si occupa nell’omelia 37, era ben conosciuto dai suoi ascoltatori. Si trattava di una specie di parabola, in forma di racconto, che aveva valore profetico, annunciando la missione e la resurrezione futura di Cristo. Non si tratta, ovviamente, di un commentario sistematico al libro profetico, ma del sermone che puntualizza le questioni piu importanti. Il vescovo di Ravenna applica ai fatti di Giona l’interpretazione tipologica piu comune. Secondo questa chiave il nostro autore legge le pericopi piu importanti di questo libro profetico. Il Crisologo non tralascia il contesto pasquale dell’immagine anticotestamentaria di Giona nel ventre del pesce mostruoso e ne segue la pista liturgico – pastorale. Inoltre, la conversione dei pagani fa parte della fi gura profetica (riferimento a Lc 11,29–30). Il Crisologo vede nella regina di Saba un’immagine della Chiesa. Tutto cio viene espresso con linguaggio comprensibile e chiaro delle „parole d’oro” che hanno reso popolare questo vescovo di Ravenna in tutta la Chiesa. L’interpretazione della storia di Giona data da Pietro Crisologo si ricollega a Cirillo di Gerusalemme, Ilario di Poitiers e Ambrogio.
Mieczysław Celestyn Paczkowski poddaje analizie homilię 37 Piotra Chryzologa, w której zajmuje się on Księgą Jonasza. Nie chodzi tu o komentarz, ale o zwykłą homilię, gdzie jednak Chryzolog wypunktowuje najważniejsze kwestie dotyczące rzeczonej Księgi. Biskup Ravenny aplikuje wobec faktów z życia Jonasza interpretację typologiczną. Ta interpretacja Księgi łączy się z tą podaną przez Cyryla Jerozolimskiego, Hilarego z Poitirs i Ambrożego.